The Hans-Mielich-Strasse in the district Untergiesing in Munich

Quartieri da amare: Giesing

Tutto uguale, tutto diverso

Un tempo considerato un quartiere operaio, Giesing ha ancora un fascino un po’ ruvido; allo stesso tempo dimostra come un pizzico di gentrificazione possa arricchirlo. Giesing mantiene il suo volto, oggi e domani.

I treni, i tanti corsi d’acqua, i fiori, la luce del crepuscolo e... la birra. Frullate questi cinque ingredienti in un contesto romantico e arriverete nel posto giusto: Giesing. Magari non sarà possibile dimostrarlo scientificamente, ma vale la pena provarlo in prima persona: a Giesing la luce del tramonto è la più bella della città.

Forse è la collina su cui si trova, il fatto che qui si possa quasi guardare dall’alto il resto di Monaco. La luce, in ogni caso, è così piacevole alla sera che si può quasi fare a meno della birra per essere del tutto rilassati e felici. Se siete in cima allo Schmederersteg – in mezzo al verde selvaggio e comunque in città – a contare i treni a lunga percorrenza, non potete fare a meno di una deliziosa Giesinger Bräu.

Se i treni sono troppo moderni per voi, potete perdervi nella Mondstraße, letteralmente la «via della luna», che si snoda ai piedi di Giesinger Berg lungo le casette e l’acqua da Kolumbusplatz verso Candidplatz: è davvero romantica quanto il suo nome. Alcuni hanno soprannominato questo angolo la «piccola Venezia». L’acqua, in ogni caso, costituisce gran parte del fascino di Giesing. In basso, il quartiere si estende fino all’Isar.

Lì, nascosto tra le rive del fiume e la famosa piscina all’aperto Schyrenbad, si trova il roseto, molto particolare non solo in primavera. Gli alberi di magnolia sono così grandi, rigogliosi e variegati che, durante il breve periodo della fioritura, si vorrebbe passare la notte sotto la loro chioma, a guardare il cielo.

I treni, i tanti corsi d’acqua, i fiori, la luce del crepuscolo e... la birra. Frullate questi cinque ingredienti in un contesto romantico e arriverete nel posto giusto: Giesing.

Chiunque sia interessato a Giesing dovrebbe conoscere anche la storia della casetta dell’orologiaio: una vicenda assurda legata alla gentrificazione, che a volte assume forme strane anche a Monaco. La «Uhrmacherhäusl» si trovava da tempo in un complesso residenziale per operai a Obergiesing, costruito intorno al 1840 e oggi protetto da vincoli storico-paesaggistici. Alla morte dell’orologiaio, nel 2016, gli eredi cedettero la casa a un investitore.

Nel settembre 2017, nei dintorni si diffuse uno sgradevole rumore di ruspa, proveniente dalla stradina erbosa dove sorgeva la casetta. Un vicino si precipitò a fermare l’escavatore, che aveva appena iniziato i lavori, e chiamò la polizia. Il conducente della ruspa, privo di qualsiasi autorizzazione, si diede alla macchia.

Qualche giorno dopo si ripresentarono gli stessi rumori, ma la polizia non fu abbastanza veloce. In meno di dieci minuti, l’escavatore ridusse la casa in macerie, e l’autore del misfatto si diede di nuovo alla fuga. In molti angoli di Giesing si possono osservare gli effetti grotteschi della gentrificazione, ma non solo: i residenti di lungo corso della zona si tengono strette le proprie abitazioni con le unghie e con i denti, o almeno ci provano.

Così, da quasi quattro anni, nel luogo in cui sorgeva la casa dell’orologiaio si trova una grande buca, con una copertura provvisoria, ormai colonizzata dai denti di leone. Ricorda l’orgoglio degli abitanti di Giesing e il fatto che non è possibile liberarsi così facilmente delle proprie radici. I sampietrini in quest’angolo del quartiere sono lucidi e ben tenuti, e i fiori sui balconcini sembrano quasi un set cinematografico.

Inoltre, da qui è facile spostarsi a piedi per andare al ristorante, a bere e a sedersi al sole. Giesing non ospita solo i boazn più pittoreschi della città, ma anche ottimi ristoranti, caffè e bar e kneipe molto interessanti.

Senza dimenticare il ramen e i panini al pastrami del Dantler: d’altra parte a Monaco la cucina fusion è di casa.

Video: Quartieri da amare Giesing

Per riposare non c’è nulla di meglio di una sosta sotto i castagni ombrosi del Giesinger Garten. La sera, ça va sans dire, la si passa al boazn. Oppure al bar con una granita di vodka e lampone e poi in discoteca al Charlie. Abbiamo dimenticato qualcosa?

Certo, a Giesing c’è qualcos’altro. Il calcio, il sesto ingrediente per l’atmosfera tipica del quartiere. Qui infatti si trova il famosissimo Grünwalder Stadion, soprannominato «Sechzgerstadion», costruito nel 1911 e di impressionante bellezza anche per i non appassionati di calcio. Tralasciando il blasonato Bayern, Giesing è il quartiere dei leoni, cioè del club sfavorito, il 1860 Monaco. Una volta era un’ottima squadra, ma oggi è in terza divisione e, dopo varie vicissitudini, ora appartiene a un uomo d’affari giordano.

Per decenni, il Bayern e il 1860 Monaco hanno giocato i loro derby in questo stadio. Ancora oggi i tifosi piangono ripensando a quei tempi:

Un’altra storia di ascesa e di declino, di abbattimento ed esaltazione. Per decenni, il Bayern e il 1860 Monaco hanno giocato i loro derby in questo stadio. Ancora oggi i tifosi piangono ripensando a quei tempi. E ancora oggi orde di persone vestite di blu che cantano a squarciagola sfilano dai boazn attraversando tutto il quartiere fino allo stadio. Davanti a questo spettacolo si fa fatica a credere che si tratti di una partita della terza divisione. Ma è proprio così. Palla lunga e pedalare. Finché lo spirito di Giesing resisterà.

 

 

Testo: Nansen & Piccard; foto: Frank Stolle